TITOLO: RIP² - Rest in Peace... Please!
SERIE: Hellsgate Chronicles
NUMERO: 02
GENERE: Horror // Survivor // Humor
PAGINE: 34
PREZZO: 0,99 €
VENDITA: Amazon - laFeltrinelli
Kobo - iTunes
SINOSSI: Un survivor Horror zeppo di zombie:
C’è un luogo, in America, dove tutto è possibile…
Benvenuti a Hellsgate, dove l’ospitalità della gente, la prelibatezza culinaria e la tranquillità che ivi si respira, vi faranno desiderare di restare in eterno.
Avevamo lasciato Breanna e Ivan alle prese col loro destino e forse pensavate che i racconti di Hellsgate fossero nati e morti con il primo di questa serie “A very UNDEAD Xmas”… ma non è così!
Questa volta i protagonisti saranno Thore e Julian, amici e compagni di stanza all’università, giunti per caso a Hellsgate, mentre cercano la strada per Eerierock, dove passeranno un rovente Capodanno in compagnia delle gemelle Milligan.
Le atmosfere si tingono di nero, meno risate che lasciano però spazio all’horror e al mistero!
RIP ² – Rest in Peace… Please! è il secondo racconto dedicato a Hellsgate. Qui entreremo nel vivo della storia, che finalmente prenderà forma. La stessa Hellsgate si delineerà maggiormente e inizieremo a comprenderla meglio.
Il racconto verrà interrotto da quello di Febbraio (uno spin-off GRATIS e dedicato a San Valentino) che pubblicherò verso Febbraio/Marzo. Le avventure di Thore e Julian continueranno nel 4° racconto.
ESTRATTO: «Ehi amico?»
Julian fermò la macchina cercando la cartina stradale nel
cruscotto stipato di ciarpame; c’erano delle vecchie cassette musicali di suo padre, un rossetto sciolto di una delle sue tante amanti, una foto stropicciata, qualche fazzoletto usato, alcuni documenti di dubbia origine ma della mappa nessuna traccia.
Le gemelle Milligan avevano invitato lui e Thore, suo compagno di stanza al campus, a passare l’ultimo dell’anno
assieme, nella loro casa vacanze a Coldlake, un piccolo laghetto che come un oasi spuntava nel bel mezzo della fitta vegetazione di Eerierock, località boschiva.
«Dove cazzo hai messo la cartina?» Julian si voltò verso Thore, impegnato in una complicata manovra di rollaggio.
Il ragazzo alzò gli occhi, continuando a leccare la canna che aveva appena chiuso. Con la mano libera tastò le tasche e tirò fuori un pacchetto di cartine nuovo di pacca, che gli lanciò con un sorriso.
Julian lo prese al volo, scuotendo la testa; ancora si chiedeva come mai continuasse a uscire con quell’imbecille di Thore. A parte chili di fumo, aveva ben poco da offrire al Mondo... se non la sua galoppante simpatia e le battute idiote che sfornava di continuo. Intendiamoci, si trovava bene con lui ma non brillava certo per acume.
«Non quelle, idiota! Intendo la mappa stradale, ci siamo persi». Abbaiò Julian.
«Ah, pensavo volessi fumare».
Fumare? Non fumava mai quando guidava, era la regola. Dopo che lo avevano beccato ubriaco e completamente fatto, ritirandogli patente e veicolo per quasi un anno, aveva smesso di considerare certe cose utilizzabili durante le trasferte in macchina.
Thore scavalcò il cambio e si sistemò sul sedile passeggero di fianco a Julian. Sorrise, accedendosi la canna e ne prese una lunga boccata.
«Hai provato a guardare nel vano portaoggetti sotto il sedile di guida?» Suggerì lui, ammiccando con gli occhi neri come la pece.
Thore era thailandese... almeno, metà del suo sangue lo era, per l’altra metà era americano ma i tratti somatici erano tipicamente thai. Da bambino le sue origini gli avevano causato non pochi problemi, bullismo scolastico, prese in giro, ma una
volta cresciuto il problema era scomparso, di pari passo con l’avanzamento della sua straordinaria muscolatura.
«Ho guardato dappertutto. L’ultimo che l’ha avuta in mano sei tu. Te l’ho passata circa tredici miglia fa, alla stazione di servizio, ricordi?»
«Ah, certo», Thore tornò a scavalcare il cambio, tuffandosi a pesce nei sedili posteriori. Frugò tra la sua roba ammucchiata alla rinfusa, tirando fuori un pezzo di carta stropicciato.
«Avevo dimenticato di averla». Ridacchiò ancora, accennando con lo sguardo annebbiato.
Julian prese la cartina stradale, tentando di lisciarne i lembi sul cruscotto.
«La prossima volta fai più attenzione». Se ci fosse stata una prossima volta. Di certo avrebbe custodito quella cartina come una sacra reliquia, dal momento che era l’unico aiuto che avevano a disposizione per arrivare a Coldlake.
Il navigatore satellitare era morto improvvisamente (e misteriosamente) qualche metro prima, all’imboccatura di... «Com’è che si chiama questo posto?» Domandò Julian.
Thore abbassò il finestrino, cercando con lo sguardo qualche indicazione; densa nebbia entrò silenziosamente nell’abitacolo mentre all’esterno si diradava, quasi rispondendo alla domanda di Julian.
«Hellsgate, almeno così mi sembra di leggere». Indicò il cartello catarifrangente, intaccato dalla ruggine.
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